dic 24

Natale 2014

images0B4GAVIEC’è chi desidera un Natale infiocchettato di neve come tanti anni fa; neve che rende suggestiva la festa come nelle favole o nella pubblicità rimandandoci ad infanzie perdute, a caminetti dove sfavillanti fiamme incantano.  Ecco , invece, un Natale insolito, autunnale dove l’erba cresce nei prati…
Un Natale che per molti non è gioia in questi tempi di orrori ed errori, in una giungla umano – sociale del tutti contro tutti dove il vociare chiassoso impedisce qualsiasi meditazione.
Tu, Gesù,Sei nato nella precarietà di una mangiatoia, ogni anno vieni e gli uomini si ricordano frettolosamente di Te presi dal superficiale luccichio di strade e vetrine, dal vortice frenetico, massificante dei centri commerciali. Nelle scuole niente più presepi in nome di un ipocrita rispetto della sensibilità islamica quando Tu sei stato Rivoluzionario perché hai portato un messaggio d’amore che non discrimina, non divide, non offende. Un  messaggio che infonde fiducia e speranza. Sei la nostra più grande tradizione e come gli Angeli nella Notte Santa hanno annunciato la Tua venuta agli uomini di buona volontà o meglio – Agli uomini che Dio ama – sappi che i presepi non mancano in tante case come scintille che non spengono la Fede.
Ti sei fatto umile, Piccolo, Bambino per venire tra gli uomini.

Una cometa ha guidato verso la povertà della tua culla:una stella che indica una via, un cammino da percorrere per un Natale di rinnovamento personale e collettivo per un mondo migliore.

dic 24

Mazzini

Nella primPrestitoavera del 1850 Mazzini , si trasferì a Londra. Nel 1851 fondò il “Comitato centrale democratico europeo“, che aveva come scopo di stabilire l’alleanza dei popoli, alle dipendenze del quale doveva agire per ogni nazione un apposito comitato.
Il “Comitato nazionale italiano” fu istituito l’8 settembre del 1850 dal Mazzini, dal Saffi, dal Montecchi, dal Saliceti, dal Sirtori e dall’Agostini, e due giorni dopo aprì un prestito nazionale italiano di dieci milioni di lire “diretto unicamente ad affrettare l’indipendenza e la libertà d’Italia” e costituito da duecentocinquantamila azioni, di cui cinquantamila da cento lire l’una e le altre da venticinque.

nov 30

Castelmassa – spariti i passeri

Ce ne spassero1iamo accorti tutti per caso. Non si vede più un passerotto. Sentivi sempre  il loro allegro, pettegolo cinguettare, ora silenzio. Ipotesi: pare che siano stati disgraziatamente fatti fuori dalle gazze, volatili dal piumaggio bianco e nero, ingannevoli nell’eleganza di penne e piume, ma voraci di uccellini. Come non bastassero queste iene volpassero2anti, si sono aggiunte anche le cornacchie col loro sgradevole gracchiare. Stazionano su alberi, volano alto scrutando prede da afferrare in picchiate velocissime. I merli son rimasti in pochi e si son fatti furbi. Escono dai nidi solo in determinate ore del giorno e non fischiano più come prima per non farsi individuare. Saltellano per il prato in cerca di cibo e poi scompaiono. In compenso ci sono molti simpatici pettirossi che sono veloci, guardinghi e difficilmente si fanno catturare. Uccellini e uccellacci. Questi ultimi sepassero3mbrano avere ora il sopravvento stazionando nei centri abitati che non sono il loro habitat naturale. Uno scompenso ambientale che rattrista. Speriamo qualche passerotto si sia salvato. Aiutiamo intanto pettirossi, merli, cinciallegre, verdoni preparando mangiatoie vicino a casa con mangime adatto, privo di pane. Arriverà l’inverno e devono trovarsi in forma per sopravvivere e sconfiggere l’armata volante di gazze e cornacchie.

nov 30

Il Campanile in restauro

Da più settimane tutti con gli occhi al campanile. Con la seconda scossa del 29 maggio 2012 che colpì parte del territorio emiliano, ha traballato. Chi in quei momenti lo stava guardando ebbe la sensazione che fosse quasi ruotato su se stesso. La notizia si diffuse in un baleno anche perché il franare di  250.000 pietre avrebbe provocato danni non quantificabili. Fortunatamente fu un’illusione ottica. Solo le due ultime celle campanarie e la cupola subirono crepe che, ad un’attenta verifica, si ritennero non pericolose, tuttavia occorrevano interventi per una sicurezza futura. Quella torre, guardiano segnatempo di uomini, cose, natura, è parte integrante del nostro panorama fisico – affettivo. Un aggregato singolare di più componenti: costruzione, strumenti, suoni, messaggi, inviti, sentimenti, memorie. Il campanile costruito 350 anni fa, ha retto allo scossone, fra poco, ardito, svetterà al di sopra dei tetti vestito a nuovo con un’illuminazione più brillante che lo renderà ben visibile durante il buio anche da lontano.

Attualmente le campane sono quattro: la campana grande del 1669; la campana centrale; la campana mezzana, quella piccola che suona i quarti. Suonano tutte insieme festose nei richiami liturgici: indicano la sorgente della preghiera. Qualcuna dovrà essere restaurata per una piccola stonatura: tutte dovranno avere una voce chiara e diffusiva.

Il campanile con quel suo colore rossiccio, con il suo stagliarsi nel cielo, suscita sempre emozioni. Non potemmo concepirlo muto, svuotato dei  suoi bronzi: un collegamento tra terra e cielo.

nov 15

La piena del grande fiume

Grande, solenne, maestoso. Il grande fiume amato e temuto oggi si è mostrato in tutta la sua imponenza. L’acqua scorreva brillante, complice la  giornata luminosa. Nell’atmosfera, più ottobrina che novembrina, preannunciante l’imbrunire, il Po scorreva  lento, sornione come un felino pronto a sferrare un assalto improvviso. La bellezza insolita, singolare del paesaggio  annullava la paura. Il sole accentuava i colori delle foglie delle piante semi sommerse dall’acqua in una fantasmagoria di sfumature. Non uno schiumone tipico delle piene impiastricciava quell’acqua che trasmetteva un’ambigua calma. Contrasti della natura: armonia e ostilità. Calore e freddo, quel freddo che ti fa pensare cosa succerebbe se… Non si poteva fare ameno di considerare quanti metri mancavano per sfiorare l’argine maestro. Fenomeni antichi eppure sempre nuovi. Natura benigna e matrigna. Il Po: re incontrastato dei fiumi: or amico or nemico,or  tranquillo or violento.

Imprevedibile nell’abbondanza delle piene.

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