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nov 30

Il Campanile in restauro

Da più settimane tutti con gli occhi al campanile. Con la seconda scossa del 29 maggio 2012 che colpì parte del territorio emiliano, ha traballato. Chi in quei momenti lo stava guardando ebbe la sensazione che fosse quasi ruotato su se stesso. La notizia si diffuse in un baleno anche perché il franare di  250.000 pietre avrebbe provocato danni non quantificabili. Fortunatamente fu un’illusione ottica. Solo le due ultime celle campanarie e la cupola subirono crepe che, ad un’attenta verifica, si ritennero non pericolose, tuttavia occorrevano interventi per una sicurezza futura. Quella torre, guardiano segnatempo di uomini, cose, natura, è parte integrante del nostro panorama fisico – affettivo. Un aggregato singolare di più componenti: costruzione, strumenti, suoni, messaggi, inviti, sentimenti, memorie. Il campanile costruito 350 anni fa, ha retto allo scossone, fra poco, ardito, svetterà al di sopra dei tetti vestito a nuovo con un’illuminazione più brillante che lo renderà ben visibile durante il buio anche da lontano.

Attualmente le campane sono quattro: la campana grande del 1669; la campana centrale; la campana mezzana, quella piccola che suona i quarti. Suonano tutte insieme festose nei richiami liturgici: indicano la sorgente della preghiera. Qualcuna dovrà essere restaurata per una piccola stonatura: tutte dovranno avere una voce chiara e diffusiva.

Il campanile con quel suo colore rossiccio, con il suo stagliarsi nel cielo, suscita sempre emozioni. Non potemmo concepirlo muto, svuotato dei  suoi bronzi: un collegamento tra terra e cielo.