set 01

Quando l’amore per la storia diventa fedeltà

aminaCarissima Amina,
sei stata una persona speciale, forte e combattiva, schietta e tenace ed ora che è giunto il tempo del ricordo tanti sono i ricordi che ognuno di noi ha di te.Amavi tanto la vita con le sue gioie e suoi dolori, con le delusioni e le soddisfazioni, amavi la compagnia degli amici, le conversazioni mai banali che spaziavano su qualsiasi argomento e nelle quali spiccavano la tua innata verve, il tuo temperamento mai remissivo, le tue doti intellettuali, il tuo voler essere uno spirito libero quello di chi osserva e analizza i fatti del mondo con senso critico, ribellandosi agli schemi imposti.

Amavi il gruppo delle tue amiche storiche con le quali hai condiviso gli anni più spensierati della tua vita, con cui ti confrontavi, ti divertivi giocando alle carte, trascorrevi serena il tuo tempo, fedele a quelle amicizie che sono sempre state per te un punto di riferimento importante in cui riconoscerti e da cui trarre forza.

Amavi la semplicità, non ti piacevano le cose artefatte, rifuggivi dal clamore della ribalta convinta che l’umiltà in questo mondo troppo pieno di vanità facesse davvero la differenza, fiera solo dei tuoi principi.

Amavi e rispettavi la natura, ti esaltavi per le bellezze della nostra terra, della nostra campagna, del nostro fiume; amavi moltissimo la ricerca e di ogni storia grande o piccola – che tu prediligevi – sapevi trarne il senso segreto, le verità non dette, quella magìa che ogni storia porta con sé e il mistero della vita che solo pochi sanno cogliere …

Come maestra hai aiutato tanto i tuoi bambini soprattutto quelli più feriti, più indifesi, più segnati dalla vita e per tutti ti sei spesa incondizionatamente per lunghissimo tempo. Spesso ricordavi l’esperienza alla scuola speciale come esperienza di vita, altamente formativa per te.

Amavi il tuo prossimo dimostrandoti generosa e sempre pronta ad un gesto di carità.

Amavi il tuo paese così tanto …. E sappiamo quanto tu lo abbia onorato innanzitutto ricostruendone la storia per affidarla ai posteri, per migliorarlo culturalmente con le tue tante iniziative portate avanti grazie al tuo impegno personale e all’interno di gruppi di lavoro sempre fonte per te di nuovi stimoli.

Amavi la tua casa, la tua bellissima casa frutto di tanti sacrifici. In quella casa tutto parlava di te: dalle foto in bianco e nero, ai giornali sparsi sulle poltrone, ai libri, agli appunti … Amavi leggere, amavi pregare sola nel tuo cantuccio sulla poltrona vicino alla finestra, la sigaretta fra le dita e la candela che brillava di una luce rosa … Così ti trovavo spesso, a volte con lo sguardo un po’ triste poi subito pronta ad un nuovo entusiasmo, con la grinta protesa verso un nuovo cammino.

Amavi scrivere, scrivere ti dava una gioia immensa perché attraverso la scrittura recuperavi il tuo passato e con esso le persone a te care: i tuoi adorati genitori di cui ti sei occupata con assoluta dedizione, il tuo Carlo di cui avvertivi ogni giorno di più la mancanza e quell’amore puro e cristallino che hai serbato nel cuore là dove riposano i tuoi tramonti sul mare e la luna e le stelle e lo splendore del tuo limpido e azzurrissimo cielo d’estate.

Grazie per averci fatto dono di te

Salgono i venti autunni

T’avviluppano andate primavere

Ecco per te rintocca

Un presagio nell’elisie sfere

Un suono non ti renda qual d’incrinata brocca percossa

Io prego sia per te

Concerto ineffabile di sonagliere ….

La tua carissima amica

ago 09

Il cigno disorientato

Sirmione-A Sirmione esistono due bianchi  cigni che appartengono al paese. Li noti all’entrata della rocca , ma nuotano un po’ ovunque intorno alla stretta penisola lacustre.

Un mattino,dopo aver fatto colazione, con ospiti dell’hotel , fuori nel giardinetto fronte lago, si stava parlando della splendida giornata che si stava presentando : il lago leggermente fremente da una leggera brezza, il sole che lo faceva brillare.
Improvvisamente sul pontile appare ,con altezzosa eleganza nel suo lungo collo,  uno dei cigni. Da dove è giunto? Come è salito?
Si guarda intorno,lentamente scende dal pontile.
Non sappiamo che fare…muti lo osserviamo. Una voce ci allerta: “Non avvicinatevi,una beccata del suo poderoso becco, potrebbe farvi male…” .
Il cigno comincia ad aggirarsi, quasi  ci viene accanto.
Dignitosamente , si gira ,vuole tornare nel suo habitat naturale: l’acqua.
Si accosta alla sbarra della ringhiera che serve per impedire cadute nel lago.
Ahimè, è costretto ad abbassare il lungo collo…non ce la fa a piegarlo più di tanto . Si aggira  smarrito come chi si trova in una strada sconosciuta.
Il suo susseguioso atteggiamento è svanito.
E’ lento nei movimenti, non sa che fare. Un signore,con fare deciso si alza, gli va accanto: una mano posata sul corpo, delicatamente gli curva il collo per fargli  oltrepassare la sbarra.  L’uccello acquatico non reagisce. Prostrato? Impaurito? Comprende che lo si sta aiutando?
Finalmente con un balzo, dispiegando le ali eccolo nell’acqua allontanarsi velocemente : finalmente libero di nuotare ovunque nei luoghi a lui familiari e consueti.

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apr 21

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La voce – Alda Merini
In queste cadenze fragili
che sono i nostri giorni meravigliosi
fatti di pochissime cose,
di piccoli conventi di sospiro,
questi giorni meravigliosi
dove io nego la presenza anche di Dio
per non sentirmi obbligata ad amarlo.

In questi giorni io vedo il sole
ovunque
ma non posso vedere lui
che è l’unico candore della mia vita.

E poi dietro lui
c’è un altro uomo
più grande,
più severo,
più possente,
un uomo che mi indica
la guarigione dell’anima.

Ma non credo che la mia anima sia malata
se riesce ancora a piangere,
a sorridere,
a varcare le soglie di questa casa.

Gesù,
sei certamente un poderoso mantello,
sei una spiaggia illimitata,
sei un parto che non ha mai agonie,
sei un fiore che si risveglia ogni mattino,
sei un canto,
sei il mio stesso sguardo.

Molti mi guardano negli occhi
e rimangono estatici
perché capiscono che io ti ho visto,
che ti ho sentito,
o che perlomeno qualche volta
ti ho anche tradito.

apr 13

F.I.CO – FIERA ITALIANA CONTADINA – Bologna. Amiche simpatiche “buone forchette”

Amiche simpatiche I prodotti di tutte le nostre Regioni si succedevano in sequenze lunghissime: chiostri, ristoranti, stands, laboratori dove si poteva vedere la lavorazione dei prodotti tipici di  tutto ciò che la terra produce con  il lavoro paziente e rigoroso degli uomini.
Isa Bergamascchi, Daria Segala, Loretta Ghirelli, simpatiche amiche, “buone forchette”, subito hanno messo le ali i piedi.

Rapide consultazioni, visita veloce alle farfalle e poi “Via” : in Piemonte per il primo; in Abruzzo per il pesce, poi giù ancora :  veloce puntatina nel Lazio, dolce in Sicilia. Risistemate ben, bene le ali, su  di corsa  in Friuli Venezia Giulia   per planare, infine, a Bologna per la mortadella.

Alla lavorazione della mortadella anch’io,  mi sono fermata.

Una bontà!

Una simpatica cameriera mi ha portato quello che avrebbe dovuto essere  un panino. Una specie di montagnola che solo a vederla l’acquolina ti riempiva la bocca: fette di mortadella  arrotolate, affogate tra formaggio, il tutto  contornato di  freschissime foglie di insalata. Come non bastasse, su un elegante piatto, ecco arrivare crostini particolari: base insalatine miste,poi  pane ricoperto da una pastina nera, una fetta di mortadella contornata da un formaggio filante che trasbordava e sopra : “Udite, udite” un

piccolo pezzo di polpo con la sua doppia fila di ventose! Un amalgama di gusti che si sposavano in un sapore nuovo,originale,   gustoso.

Una giornata particolare e…gustosa!

 

L’eccellenza dei prodotti della nostra Bella Italia.

Amiche simpatiche

apr 13

F.I.CO – FIERA ITALIANA CONTADINA – Bologna. L’asino disonorato

Volevo vedere gli animali,  ne cercavo, uno: un asinello. Gli animali erano in un’area esterna. Trovati gli asini,  non riuscivo a fotografare quello più mi interessava. Eccolo: era confuso tra  altri.

Una mia amica, Maria Teresa Carassini, che segnala al Resto del Carlino, eventi culturali dei nostri paesi: Castelmassa, Ceneselli, Castelnovo Bariano, Calto, dinamica, informatissa, piena d’iniziative, con uno stratagemma è riuscita a farlo avvicinare e l’ha fotografato come io non avrei mai fatto.

Era il più giovane: usciva con il muso dalle inferriate. Pelame grigio, occhioni innocenti, due grandi orecchie pelose che si alzavano al di sopra delle sbarre. Tenerissimo nella sua calma.

Ho pensato a quanto i suoi antenati abbiano  attraversato la storia dell’umanità

Meno aristocratico del cavallo,quadrupede di nobili e guerrieri, ha portato pesi, si è arrampicato su per sentieri impervi, ha aiutato ad arare campi, ha preso legnate, Poppea, la moglie dell’imperatore Nerone, era solita concedersi un bagno immersa nel latte di cinquecento asine!!! L’asino ha avuto l’onore di trasportare Gesù nell’entrata  a Gerusalemme la Domenica delle Palme.

L’avrei accarezzato l’asinello, avrei voluto contorcere la punta delle sue orecchie…Succede, però,  che nel lontano 188,   Collodi pubblica la storia del burattino   Pinocchio, tanto  allergico allo studio  da affibbiargli due enormi orecchie  d’asino come umiliazione.

Da allora l’asino ha subito una sorta di disonore che non l’ha più lasciato.

. “Asino”, si dice non solo a chi non studia, ma anche ad adulti in genere. Un appellativo dispregiativo che non l’ha più abbandonato.

Onore a te, asinello che,  invece, secondo gli studiosi, sei il più intelligente tra i mammiferi: hai una pazienza certosina con gli uomini.

Asinello

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