C’era una volta un importante mercato del bestiame. Venditori e compratori arrivavano non solo dai paesi vicini, ma dalle province di Mantova, Modena, Ferrara,Verona. Un incrocio di dialetti, un vociare di mediazioni tra muggiti, nitriti di cavalli, ragli di asini, belar di pecore. Agli inizi del ‘900 gli animali venivano posizionati dietro il Municipio, col passar degli anni vennero dislocati prima dove ora si trova Via Gramsci (la strada non era ancora stata aperta c’era solo campagna), poi in Via San Martino ove attualmente si trova l’officina Franceschetti). Cambiati i tempi, quel mercato tipico di una società contadina, si è dissolto per l’incalzare veloce della modernità. Gli ambulanti con le loro bancarelle erano distribuiti tra Piazza Libertà e una parte di Via C. Battisti fino alla Villa Sarti. Non abbandonavano mai le loro mercanzie, di notte coprivano tutti i banchi con teli, vi si infilavano sotto per dormire.
ott 15
Tera banadeta
Ringrazio la Sig.ra Leda Pirani Parmeggiani per avermi donato, anni fa, una poesia inedita del marito M. Luigi Parmeggiani. Il Maestro che ha sempre amato Castelmassa , ci ha lasciato poesie sul territorio fluviale scritte in vernacolo massese, tipico dei paesi di confine dove si mischiano espressioni tipicamente ferraresi, mantovane ed alcune venete.
Tra Tartar e Po, tèra banadeta,
con tant’acqua ch’a cor a longa ai foss…
ott 15
Altari della Chiesa di S. Stefano P.M. di Castelmassa
Tutti gli altari della Chiesa di S. Stefano P.M. di Castelmassa, eccetto quello delle Anime del Purgatorio, si rifanno allo stile veneto – bolognese del 1600 e del tardo barocco genovese del 1700. L’altare maggiore fu ricostruito nel 1695 da Giovan Battista Ranghieri tagliapietra di Verona. Il precedente era stato eretto nel 1470. Nel 1696 fu ultimata la cupola che lo sovrasta.
Altare del Sacro Cuore di Gesù – 1686
ott 15
Storia vera – Il rondinotto salvato
Il rondinotto atterrò lentamente sul prato. Incerto lo zampettare. Si dibattè. Uno sbatter d’ali infruttuoso quasi per disperazione. Sfinito riparò dietro un vaso. Un gatto pian piano avanzò.
Una mano ferma e calda afferrò quel tremolante corpicino grigio.
Il fagottino piumoso pigolò sempre più sommessamente.
Si trovò in una fredda, metallica gabbia. Si rimpicciolì muto in un angolo di quella strana casa che nido non era.
Non sapeva il piccolino quale frenesia per salvarlo si agitasse in chi l’aveva salvato.
Finalmente una calda mano s’infilò nell’estraneo nido. Leggera arrivò una carezza. Avvertì un po’ di calore. Il puntino del suo cuore si quietò. Le implumi zampette si distesero. Aprì il becco. Su uno stecchino penzolava un pezzetto di vermiciattolo bianco. Lo ingoiò. Trovò un angolino di morbido cotone. Vi si adagiò.
set 30
Trasformazione nei secoli della Chiesa di S. Stefano P. M. di Castelmassa
998: i documenti citano Castelmassa con diversi nomi: “Massa delle Due Basiliche”, “basilica come “edificio” luogo di culto ( nelle zone palustri le leggi canoniche prevedevano due chiese battesimali) o Massa Superiore.
Anticamente la chiesa si trovava quasi sotto l’argine. I documenti nulla ci dicono, però, del luogo esatto se non che “…per la ruina (rotta ) del Po…fu levata da quel loco…con aiuto del popolo….posta dove oggi si trova…”.
“Registro dei Battesimi 1609 – 1638” Arch.parrocchiale di Castelmassa
Nel 1449 la chiesa era ad una sola navata.
Massa superiore era un villaggio di circa 500 anime.
1 – Enrico Peverada ”La visita pastorale del Vescovo Francesco Dal Legname a Ferrara” (1447 1450) –Deputazione Provinciale Ferrarese di Storia Patria – Serie Monumenti Volume VIII Ferrara 1982
1451 – La chiesa viene ristrutturata con pietre crude da signori di Ferrara che qui possedevano terre. Si erige un piccolo campanile e la sacrestia.