set 14

2) Maleducazioni marine e paesane

Maleducazione_02 La Romagna  è sempre stata chiassosa, rumorosa. In questi ultimi anni i comportamenti delle persone sono peggiorati come sono peggiorati ovunque sui lidi italiani. Gente che fa parte di quella grande fetta di società italiana sgangherata, anarchica che non conosce le minime regole del Maleducazione_01rispetto delle persone e della cosa pubblica.

Voci e musica a tutto volume, bimbi che corrono tra i tavolini dei bar, rovesciano bicchieri e gelati tra l’altezzosa indifferenza dei genitori; ragazzi che si imbottiscono di birra e sono già alticci prima di entrare in una discoteca; bulli di ogni età che se non alzano il tono della voce forse pensano di non esistere, bottiglie di plastica lasciate per terra a pochi cm. degli appositi contenitori; zoccolare di signore e ragazze che rintronano nei timpani.

A Castelmassa alcuni gruppi di adolescenti e ragazzi non sono da meno. Di notte schiamazzi, motorini a tutto gas a far gimcane nel centro del paese ed urla fastidiose che prescindono dall’ora, parolacce e bestemmie  a gogò;  motorini che neMaleducazione_03lle ore del riposo fanno gimcane tra le vie del paese incuranti di chi vorrebbe, giustamente, dormire e se qualcuno s’azzarda a riprenderli gentilmente, si prende pure improperi e la sera seguente può succedere che si trovi il cancello scassato o vandalismi vari.

Una volgarità imperante, dilagante…ma i genitori dove sono?

Una fauna umana di cafoni marini e paesani in aumento.

Bene ha fatto il sindaco Eugenio Boschini ad inviare a tutti i cittadini le misure che in seguito si prenderanno contro i disturbatori notturni incuranti delle regole

set 14

Il Terremoto

Terremoto_02Terremoto Lazio – Marche 24 agosto 2016

Una tragedia angosciante: storie di vite spezzate, di radici affettive, sociali, urbanistiche sradicate in pochi attimi.

Se è vero che i sismi non si possono prevedere, è scandaloso, vergognoso che una burocrazia perversa ed ottusa abbia ritardato la messa in sicurezza di paesi che era risaputo erano ad alto rischio sismico.

Esistono, fortunatamente italiani generosi che sanno adoprarsi nei luoghi colpiti o devolvono anche pochi euro per aiutare ed  accelerare una ricostruzione, ammesso sia possibile.

Speriamo non finisca come nel terremoto dell’Irpinia. All’epoca furono stanziati milioni che non si sa che fine abbiano fattoTerremoto_01.

I soliti sciacalli si avventano come avvoltoi sulle sciagure e sul Web c’è chi si attiva subito per rubare tanto che, il noto giornalista Enrico Mentana, inventando un nuovo neologismo li ha  chiamati  “Web – ebeti”  e come non bastasse ecco apparire gli altezzosi satirici francesi di Charlie hebdo che, con la superbia che li contraddistingue, hanno disegnato vignette deplorevoli sulla sciagura che non fanno assolutamente ridere. Vergogna!

Con la favoletta della libertà di satira spesso si valicano i limiti del rispetto e della decenza: offese, insulti, calunnie.  I francesi nelle offese altrui stavolta hanno superato ogni limite: non sono Charlie hebdo, ma un’italiana “all’amatriciana”. E me ne vanto.   

giu 22

Temporibus > Tempi cambiati per giochi, libri, ponte, palazzo Bresciani 3 maggio 2016 – Università del Tempo libero di Castelmassa – Castelnovo Bariano – Calto

Un libriccino trovato nell’Archivio delle Tradizioni Popolari di Bologna ha catturato la mia attenzione.

temporibus_01Giochi popolari fino al  secolo XVI”. Ho allargato la mia ricerca corredandola di musiche e filastrocche che, con mia sorpresa, hanno attraversato millenni.

Infatti i giochi riflettono  l’ambiente in cui un bambino vive, quindi sono l’espressione di determinate condizioni psicologiche e psichiche dell’uomo e della sua vita.

Nel percorso ho evidenziato alcuni periodi: i giochi e i giocattoli degli antichi à Greci e Romani, Barbari, Medioevo, Rinascimento. Leggi tutto »

giu 22

“Il giornalino di Gian Burrasca”

“Il giornalino di Gian Burrasca” è stata  l’ultima Befana della mia infanzia. A scuola tra le compagne si sussurrava  che la Befana fosse la mamma. Volevo scoprirlo. Come faceva? Strano  perché tutte le vigile passate avevo sempre sentigianburrasca_01to,  nel buio precoce  dei pomeriggi,  un campanellino annunciante che era già in giro tra camini e tetti a spiare se i bambini fossero buoni o capricciosi. Quel tintinnio intermittente mi aveva sempre fatto tremare e mai mi arrischiavo a salire nella mia stanza  da sola  terrorizzata al pensiero d’incontrarla.  Possibile fosse mamma?

Ho sfogliato il libro sorpresa ed incuriosita. Devo averlo letto molte volte: alcune pagine erano quasi stropicciate Mi ha molto divertito rileggere alcune delle birbanterie che accomunano anche oggigiorno la maggioranza dei piccoli dai cinque ai nove anni  d’età.  E poi lo stile di scrittura accattivante, privo della pomposa  retorica d’inizio Novecento.

Riandai a quel lontano 6 gennaio.
La sera della vigila non mi addormentai facilmente, durante la notte mi svegliai spesso : volevo scoprire la vera Befana.  La mattina presto, la porta della mia stanza si aprì silenziosamente. Trattenni il fiato con gli occgianburrasca_02hi socchiusi. La sagoma di mamma si stagliò nell’ombra, avanzò senza far alcun rumore sino al mio letto, delicatamente vi depose un pacchetto e un sacchettino, poi,  piano,piano  con molta cautela scomparve.

Attesi  un pochino al buio.  Mamma ormai  era scesa al piano inferiore. Accesi la lampada del comodino, ignorai il sacchettino  di dolciumi, scartai il pacchetto ed apparve “Il Giornalino di Gian Burrasca”  odorante di nuovo. Emozionata e felice cominciai a sfogliarlo.

Lo lessi con allegria e non me ne sono mai privata.

Si legge ancora “Il giornalino di Gian Burrasca”?No. Nelle biblioteche è relegato tra i testi obsoleti.

Eppure rientra tra i classici della letteratura, è divertente, non annoia. Ne è stato realizzato uno sceneggiato TV con Rita Pavone che forse hanno apprezzato più gli adulti dei bambini o degli adolescenti.

Eppure quanti Gian Burrasca, non cartacei, inconsapevoli di assomigliarli  si trovano ancora nelle nostre case!

giu 22

Il ponte

ponte_01foto_ponte

Nel fluire dinamico del tempo il vecchio ponte in chiatte resta stampato nella memoria: immagine nitida carica di ricordi.
Negli anni ’70 del ‘900, ormai stanco, incapace di sostenere l’aumento del traffico si decide di costruirne uno più consono ai tempi.
I vecchi barconi sono trasportati poco  più a monte. Demoliti e poi affondati? Scomparsi per sempre.
Del ponte in chiatte che, durante il II° conflitto mondiale aveva subito ben due bombardamenti , ma era risorto per la volontà dei castelmassesi,  non sono rimaste che poche cartoline a testimonianza di una storia iniziata nel 1902 come una sfida  lanciata al grande fiume che scorre sempre or placido or irruente, racchiudendo tra le sue acque ricordi di tempi lontani.

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