Con la presenza dell’Assessore alla Cultura e all’Urbanistica della Regione Veneto Cristiano Corazzari, di autorità civili, religiose e militari, è stata inaugurata il 7 novembre 2015 la mostra storico documentaria “100 anni fa: La Grande Guerra ufficialità – quotidianità – piccole storie locali”.La mostra ripercorreva, a grandi linee la pubblicazione omonima a cui hanno contribuito Simonetta Vignoli, Manlio Menzago, Alberto Duffini e la sottoscritta. Ci si è avvalsi della copiosa documentazione dell’archivio comunale del Comune di Castelmassa. La pubblicazione si può acquistare presso la Biblioteca Civica di Castelmassa.
Simonetta Vignoli con un paziente lavoro di ricerca su riviste settimanali degli anni 1915, 1916, 1917, 1918, 1919 ha saputo sintetizzare la retorica delle “radiose giornate di Maggio” in cui la stampa italiana inneggiava a partecipare alle chiamate alle armi, al sacrificio per la patria esaltando la fatica dei soldati. Una propaganda fatta di coraggio e di slanci senza evidenziare le dure condizioni delle trincee.
Manlio Menzago ha puntualizzato con rigore il grave problema del pane che ha afflitto il nostro paese come tutte le località italiane e la sintonia dell’allora sindaco Antonio Bresciani e del parroco Don Daniele Quaglio impegnati per cercare di lenire tale questione che si ripresentava con tragica insistenza: quello dell’alimentazione.
Alberto Duffini con passione e competenza ha affrontato temi quali i caduti, i prigionieri internati presso i campi austroungarici di Mauthausen e Sigmundsherberg, in Germania ed in Ungheria ed i dispersi castelmassesi: militari di cui nessuno sapeva più nulla ed i cui corpi, il più delle volte erano stati dilaniati dalle bombarde o sepolti da onde pesanti di terriccio. Temi difficili quelli dei prigionieri e dei dispersi che a tutt’oggi sono oggetto di dibattito non sapendo con esattezza quanti furono ed a quali sofferenze furono sottoposti. Comunque i nomi dei i soldati castelmassesi sia dispersi che prigionieri sono stati tutti individuati.
Io mi sono dedicata alla popolazione come ha vissuto quegli anni di normalità spezzata, di quanto la guerra abbia inciso sulla quotidianità di uomini e donne che hanno vissuto quegli anni con il loro carico di sacrifici, di speranze deluse, di dolori.