La Befana precipitò dietro un cespuglio. Il sacco mezzo vuoto rotolò poco distante. La scopa rimase in bilico tra i rami. Si accucciò.
La strada sfavillava di luci tra il rumore di macchine sfreccianti. Finalmente silenzio.
Si alzò guardinga. Era la sua notte da secoli. Sbirciò da una finestra illuminata. Nella casa un’allegria serena. Due bambini ridevano seguendo su uno schermo ultrapiatto le vicende di strani personaggi che si rincorrevano, si azzuffavano in vorticose giravolte. In un angolo un mucchio di giocattoli buttati alla rinfusa come cianfrusaglie. Fece tintinnare il suo campanellino.
Per un attimo i piccoli spalancarono gli occhi in ascolto. Solo un attimo. Lo schermo di nuovo li catturò. Nessuno, ormai, sembrava attenderla. Sulla terra era stata quasi eliminata, ridotta ad un pupazzetto penzolante da bancarelle.
Ricordò il fatidico incontro di tanti anni prima
Era una notte serena. Scendeva dai monti un po’ depressa: le luci erano aumentate nelle case come l’indifferenza nei suoi confronti.