Quando il Po non era ancora inquinato, gli storioni, in primavera risalivano il fiume per deporre le uova.
Fino alle soglie della II Guerra Mondiale, pescatori, muniti di canne robuste, reti speciali e arpioni, ne tentavano la pesca. Per giorni e giorni si spostavano lungo il fiume. Non era facile né semplice la cattura dei veloci pesci lunghi circa due metri e del peso che variava dai 40 ai 60 kg.
C’era sempre, però, un qualche fortunato a cui l’impresa riusciva. Allora era una gran festa. La voce si spargeva in un battibaleno per la piazza: la carne prelibata andava a ruba. Il pescatore prima veniva fotografato con il suo trofeo, subito dopo iniziava la vendita che fruttava un bel gruzzolo per sopperire alle necessità della famiglia. Fatica e perseveranza erano state ricompensate.
Tante storie sono fiorite sugli storioni. Fino agli anni ’70 del Novecento si favoleggiava che d’estate vagasse per il fiume uno storione gigantesco, sopravvissuto al tempo e che nelle notti di luna , nella scia lenta ed argentea dell’acqua, si potessero vedere, talvolta, affiorare le sue molteplici e diseguali pinne.
Se ne vedranno ancora in futuro degli storioni? Ci sono progetti per ripopolare il fiume di questi giganteschi ed importanti pesci e forse realtà e leggenda avranno il sopravvento su inquinamento e perdita di memorie.
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