Bambini, adolescenti, ragazzi, adulti sembrano non poter fare a meno di questi tecnologici modi di comunicare.
Un vortice d’incontri senza veramente comunicare.
Sociologi ed esperti del settore ci dicono: Internet è il mondo della solitudine e dell’estraneità.
Un navigare, una ricerca che assomiglia ad una caccia affannosa e sembra essere diventata una sorta di schiavitù alla quale pochi si sottraggono.
Essere in ricerca significa cercare di dare un significato alla propria vita.
Anche il silenzio è una forma di comunicazione perché “non si può non comunicare”.
La comunicazione vera richiede capacità di ascolto soprattutto “saper essere”, ovvero avere una conoscenza di se stessi, “essere in ricerca”. Anche di Dio.
Il clima attuale fa di tutto per svuotare questa ricerca di Dio: l’uomo d’oggi “è non solo senza Dio ma anche senza l’uomo” (Claude Geffrè).
Si può cercare Dio anche nella creazione. Sant’ Agostino affermava che cercare Dio non è un obbligo. Al contrario, è uno slancio del desiderio d’assoluto che è stato posto nel cuore dal Signore stesso. “Ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore è inquieto fino a quando non riposa in te!”.
Questo desiderio continua a vibrare anche nei giorni bui, quando la parola di Dio si fa rara. Gesù dice : “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Mt 4,4; Dt 8,3).
Riordinando la mia biblioteca e le decine di appunti sparsi in quaderni vari ho ri
scoperto queste frasi:
Seneca- “Una vita senza ricerca non vale la pena di essere vissuta”.
Cap.V del romanzo “I fratelli Karamazov” di Dostoevskij “…la figura di Cristo inquieta…La gente non vuole la Verità, vuole il pane, vuole godere…”
Goethe- “La schiavitù è molto semplice, la libertà interiore, come la vita, è merito di chi ogni giorno se la conquista…”
Alfredo Oriani- “Credenti o increduli, nessuno sa sottrarsi alla figura di Cristo, nessuno sa sottrarsi al suo fascino”.
Inserire nel calendario dei giorni un incontro con qualcosa che abbia a che fare con la Fede, forse saremmo un po’ tutti migliori, meno estranei e meno compulsivi pur avvalendoci delle nuove forme di comunicazione, talvolta sterili e non sempre veritiere.
