998: i documenti citano Castelmassa con diversi nomi: “Massa delle Due Basiliche”, “basilica come “edificio” luogo di culto ( nelle zone palustri le leggi canoniche prevedevano due chiese battesimali) o Massa Superiore.
Anticamente la chiesa si trovava quasi sotto l’argine. I documenti nulla ci dicono, però, del luogo esatto se non che “…per la ruina (rotta ) del Po…fu levata da quel loco…con aiuto del popolo….posta dove oggi si trova…”.
“Registro dei Battesimi 1609 – 1638” Arch.parrocchiale di Castelmassa
Nel 1449 la chiesa era ad una sola navata.
Massa superiore era un villaggio di circa 500 anime.
1 – Enrico Peverada ”La visita pastorale del Vescovo Francesco Dal Legname a Ferrara” (1447 1450) –Deputazione Provinciale Ferrarese di Storia Patria – Serie Monumenti Volume VIII Ferrara 1982
1451 – La chiesa viene ristrutturata con pietre crude da signori di Ferrara che qui possedevano terre. Si erige un piccolo campanile e la sacrestia.
2 – ibidem
Una chiesetta di campagna con l’essenziale: l’altare maggiore, un unico locale come sacrestia per la conservazione dei pochi e modesti arredi sacri, un piccolo campanile con una o due piccole campane per il richiamo delle funzioni liturgiche. I sacerdoti non sempre sono presenti, alcuni addirittura l’abbandonano. Nell’arco di pochi anni si riduce in uno stato fatiscente. Il campanile addirittura è crollato.
1574 – Nella Visita pastorale del Rev.mo Maremonti Vicario del Vescovo di Ferrarra, si ordina di ricostruire la chiesa dalle fondamenta. Per l’edificazione del nuovo tempio si impiegano diversi anni.
10 agosto 1582 – La nuova chiesa viene consacrata dal Vescovo di Ferrara Mons. Paolo Leoni.
Oltre l’altare maggiore, nella parte destra viene consacrato un altare alla Madonna.
Diversorum Arch. Parrocchia S .Stefano P.M. Castelmssa
13 settembre 1591 – Visita pastorale del Vescovo di Ferrara Giovanni Fontana
La chiesa ricostruita ha ancora una sola navata con tre porte d’entrata. E’ completata di coro, sacrestia e Battistero, sono stati aggiunti altri due altari laterali oltre quello maggiore e della Madonna.
Uno è dedicato a San Pietro, l’altro alla vergine del Santissimo Rosario. Quest’ultimo è stato fatto erigere dal nobile Hieronimo Bonario (forse ferrarese). Non c’è la statua della Vergine , ma una sua immagine. Il campanile è distrutto. Solo una campana è posta sul presbiterio che è privo della croce.
Una chiesetta povera in pietre crude che, nonostante le ristrutturazioni, non regge al passare del tempo. Un modesto tempio che nel suo franare ci rimanda alle misere condizioni del territorio.
Lorenzo Paliotto, “Giovanni Fontana Vescovo di Ferrara (1590 – 1611) Ed. Cartografica 2002
1622 – Per l’ennesima volta la chiesa è ancora in rovina. In tale stato di abbandono la trova il nuovo parroco Don Cesare Tagliaferro. Saccheggiata pure la modesta abitazione del sacerdote che è costretto ad abitare prima presso Pietro Giusberti e poi addirittura a San Pietro. Il sacerdote, sborsando di tasca propria, ripristina la chiesa, la casa attigua, alcune casette “col coperto di cana” i banchi delle donne, pianta “26 pioppe davanti allo stradone della chiesa”che gli vengono regolarmente rubate. “Registro dei Battesimi 1609 – 1638” Arch. Parrocchiale di Castelmassa
1658 Massa Superiore non è più un villaggio di poche centinaia d’anime, ma un paese con circa 4000 abitanti merito della Bonifica attuata dal marchese Bentivoglio (1609 – 1618). L’aumento della popolazione e i notevoli miglioramenti economici apportati dalle varie bonifiche, merito prima del parroco Matteo Roghi, che aggiunse al vecchio edificio la navata di sinistra e il coro (1651), e poi del suo successore don Alfonso Ghiro, uomo colto ed avveduto, che resse la parrocchia per ben cinquantatre anni, che diede mandato all’architetto ferrarese Giobatta Barbieri di progettare e costruire la chiesa (1673) ed accanto l’imponente campanile e la canonica.
Nel 1673 la chiesa è ricostruita come la vediamo attualmente.
Nel 1664 viene costruito il campanile simbolo importante di una comunità.
Oggi la chiesa conta sette altari oltre quello maggiore.
Un tempo il Battistero era all’esterno, in seguito ad una ristrutturazione apportata da Don Daniele Quaglio, fu ricostruito all’interno. Gli altari si richiamano tutti all’architettura del 1600 e del 1700 ferrarese.
Solo l’altare delle Anime del Purgatorio, eretto sempre da Don Quaglio, dopol’ennesima ristrutturazione del tetto (1914) si richiama ad uno stile del trentino – alto adige che mal si accorda con l’architettura e la storia della chiesa pur essendo carico di significati teologici.
ALTARE DELLE ANIME DEL PURGATORIO
Fotografie degli altari di Albertino Davì