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mar 03

TRA PREGHIERE E ODOR DI PIADINE

 
Foto Carlo B.

  

Lido di Classe
Ma la chiesa dov’era ? Era domenica. Il giorno del Risorto. Non voleva perdere la messa.
Dalla vicina d’ombrellone aveva sentito dire di una chiesetta: distava dal centro un km. L’edicolante, interpellato, si era esibito  in un esercizio ginnico: dritto, sinistra, destra, ancora dritto, sinistra… Un qui pro quo da capogiro. Un solo punto chiaro: la chiesa si trovava a ridosso della pineta, dietro al baracchino delle piadine.
“Avranno progettato prima la chiesa o il baracchino?… Folklore di Romagna… preghiere e piadine!” pensò ironicamente.
Si trovava, infatti,  al mare solo da due giorni: Lido di Classe. Una località balneare sorta di recente, anonima, sconosciuta ai più.
Una lunga camminata. Ed ecco il baracchino con la sua rossa insegna.
Improvviso il suono gaio di una campana.
 Tra gli alberi, seminascosta,  una “mini – chiesa” tinteggiata di bianco.
Facciata mossa su tre lati con tre ampie porte aperte, sul tetto una croce ed in una cornice ad U rovesciata,  la campanina ancora dondolante. Interno:  grande quanto il “salone” di certe nuove case.
Niente banchi, solo sedie recuperate da qualche vecchia sala cinematografica.
Sull’altare, posto su tre ampi gradini semicircolari, tre candele accese. Dal soffitto, si calava, sospeso nel vuoto,  un Gesù Crocefisso. Alla parete destra un altarino con una Madonnina di gesso. Sulle altre due pareti formelle rappresentanti le Stazioni della Via Crucis.
 Modestia e umiltà. Silenzio e fiori. Povertà di arredi. Eppure non si percepiva senso di abbandono, né, tantomeno, quell’approssimazione per celebrarvi un rito frettoloso. Tutto era in ordine, dignitoso…
 
In breve la mini – chiesa si riempì.
 Parrocchiani locali dalla faccia bianca o bruciata dal sole della campagna, pochi i turisti.
Si scrutavano tutti a vicenda,  tra diffidenza e curiosità.
Una donna robusta di corpo e di modi, uscì da una porticina dietro l’altare.
“Ordinò” ad un uomo e ad una donna di prepararsi per le Letture. “Spinse” due ragazzine vicino ai gradini: “Servite Messa senza rovesciare le ampolle”. “Avanzò”  verso “ la nuova villeggiante”, le allungò un portaombrelli di paglia: “Quando le farò un segno, raccolga le offerte!”.
Quella annuì senza fiatare. “Chissà che Messa sarà!”.
Arrivò Don X (forse il parroco) insieme ad un altro sacerdote: Don Y.
Don X era tipicamente romagnolo: alto, ben piantato, faccione dall’espressione bonaria, voce ferma.
Con lo spiccato accento della sua terra, presentò Don Y: toscano, anziano, delicato, quasi timido. “…rimarrà con noi per più di un mese. Ha bisogno d’aria di mare ed anche un po’ di colore. Vedete ben com’é bianco! Oggi sarà Lui a celebrare la Messa. La comunità lo accolga come un amico…”. Tra avvisi vari, un riferimento a noi vacanzieri “…oggi siamo e facciamo Comunità nel nome di Cristo uniti”. 

La Messa iniziò. Proseguì come un dialogo fra Dio e quell’infinitesima parte del suo popolo.
C’era anche una bambina “ un po’ strana”.  Ogni qualvolta il tono del canto si abbassava,  con un tempismo sorprendente, si inseriva nel coro stimolando l’assemblea  a proseguire sulle sue note alte,  perfette,  limpide. E  tutti, come pellegrini avviati verso la stessa meta,  la seguivamo pur faticando. 

Letture sacre, canti,  preghiere: parole umane e divine s’intrecciavano tra di loro…   “ I credenti erano assidui nell’ascoltare gli insegnamenti degli apostoli… nella frazione del Pane e nelle preghiere…” così era stata descritta negli atti degli Apostoli la  prima comunità cristiana.
 La nuova villeggiante guardò quel Crocefisso sospeso. Ne comprese il significato.
 “…Dove sarete riuniti nel mio nome io sarò con voi…”  Era veramente lì, in quella parte sconosciuta di mare. 

L’atmosfera si era stemperata. Diffidenza e curiosità si erano mutate in  fiducia ed attenzione.
Sorridendo, tutti,  si scambiarono il segno della pace. Non più estranei, si sentivano uniti in Qualcuno che si era fatto Uomo tra gli uomini per insegnare una Verità semplice, ma difficile: l’amore a Dio e al prossimo.
Alla fine della Messa, Don X chiese silenzio… “La vostra Messa prosegua durante la settimana…”.
Ma come? Si era al mare! 

Il sole catturava ogni pensiero! Sfocava persino l’orizzonte! Rendeva fluide anche le idee! Ci si voleva rinfrescare nell’acqua che azzurra non era! Un piacere impigrirsi sulla spiaggia…
Mai aveva sentito questo invito somigliante ad un nuovo comandamento.
Intanto piccoli soffi,  sbuffi inconfondibili s’insinuarono nella “mini – chiesa”: il baracchino delle piadine era entrato in piena attività.
Don X sorrise. “Sentite? I nostri cibi sono buoni. Mi raccomando, però, la vostra Messa prosegua durante la settimana”.
Don Y sorrise, così pure la nuova villeggiante, alla quale una fiammella aveva illuminato mente e cuore.
Era entrata in quella chiesa solo con il corpo, non con l’anima, più  preoccupata di assolvere un dovere piuttosto che ravvivare la sua fede.
Uscì con un senso di pace piena. 

Si diresse alla spiaggia libera. Desiderava bearsi della natura disegnata dalla poesia di Dio.
Attraversò la pineta assaporandone silenzio, colori e profumi.
Si arrampicò sulle dune: il mare le si spalancò dinanzi danzando con piccole, ridenti onde bianche; lontano volteggiava  solitario un gabbiano.
Trovò l’immagine di Dio nella sua Creazione.
Parlava con forza nel suo intimo…Un salmista aveva cantato: “I cieli narrano la gloria di Colui che ha fatto tutte le cose…”.
Ringraziò il Signore.
Lo ringraziò  anche per quella mini – chiesa lontana dal clamore, nascosta dietro un baracchino.
Si era rivelata un territorio dell’anima, dove Dio si era fatto piccolo tra i piccoli, con intorno più odor di piadine che d’incenso. 
Amina Bongiovanni