Tanti e tanti anni fa, alla fine della Piazza, a sinistra, proprio sotto l’argine dove terminava la bianca gradinata in marmo, c’era uno stallo.
Era un continuo via vai di calessi, carretti, uomini, cavalli, muli, ammassi di fieno, odore di stallatico unito ad un vociare alto, continuo dove all’incitar degli animali si mescolavano spesso imprecazioni. Proprietarie e guardiane erano due donne strane: occhi scuri e un colore di pelle che variava dall’olivastro al bruno scuro. Convivevano con questo mondo rustico senza alcuna difficoltà o pudore.
Non belle, abiti lunghi, molto colorati, sgargianti quasi… e con il capo sempre coperto da fazzoletti altrettanto effervescenti da cui sfuggivano ciuffi di capelli scuri.
Oltre governare lo stallo tagliavano in primavera e d’estate, con forza e maestria, l’erba che, dall’argine, tentava d’invadere lo spiazzo adibito a deposito dei mezzi tra cui si distinguevano alcune biciclette e quant’altro di cui si poteva servire chi giungeva dalla campagna o dai paesi vicini.
Streghe? Donne di lontani, misteriosi mondi…nessuno sapeva da dove e come fossero arrivate in paese.
Ai ragazzi scatenavano intriganti e audaci fantasie.
Paura. Attrazione. Curiosità. Una tachicardia emozionale. Una spinta alla trasgressione, al proibito.
Così, cogliendo i momenti in cui, chine, poderosamente falciavano l’erba, i ragazzini si avvicinavano schiamazzando per farsi coraggio e scrutare meglio il movimento scattante dei “vigorosi lati b”. L’immaginazione galoppava. Si avvicinavano silenziosi …
Ed ecco un ondular repentino delle lunghe sottane, quasi uno scatto all’unisono e zac…
Le due “streghe” si giravano e brandendo minacciose la forca, rincorrevano lo stuolo degli imberbi guardoni che si sparpagliava rovinosamente giù per l’argine. Correndo, ridendo, gridando si disperdevano tra la Piazza e le due vie vicine per riunirsi poi, nuovamente per una nuova scorribanda per tentare di scoprire quel qualcosa di innocentemente peccaminoso dall’odor d’erba tagliata.
Donne indecifrabili. Vecchie? Giovani? Incantatrici? Chissà… “ Stroliche”, le chiamavano“streghe misteriose” che facevano sognare…