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nov 08

FIERA DI SAN MARTINO… TANTO TEMPO FA

C’era una volta un importante mercato del bestiame. Venditori e compratori arrivavano non solo dai paesi vicini, ma dalle province di Mantova, Modena, Ferrarasanmartino,Verona. Un incrocio di dialetti, un vociare di mediazioni  tra muggiti, nitriti di cavalli, ragli di asini, belar di pecore. Agli inizi del ‘900 gli animali venivano posizionati dietro il Municipio, col passar degli anni vennero dislocati prima dove ora si trova Via Gramsci (la strada non era ancora stata aperta c’era solo campagna), poi in Via San Martino ove attualmente si trova l’officina Franceschetti). Cambiati i tempi, quel mercato tipico di una società contadina, si è dissolto per l’incalzare veloce della modernità. Gli ambulanti con le loro bancarelle erano distribuiti tra Piazza Libertà e una parte di Via C. Battisti fino alla Villa Sarti. Non abbandonavano mai le loro mercanzie, di notte coprivano tutti i banchi con teli, vi si infilavano sotto per dormire. Come facessero a resistere al freddo pungente non si sa. In quei lontani anni, per la fiera la temperatura era già quasi invernale: nebbie fitte, pioggia battente non mancavano mai e quando un pallido sole riusciva a bucare il grigiore imperante la ressa di gente, anche se intirizzita, era imponente. Si vendeva di tutto dall’abbigliamento, ai giocattoli, ai dolci, alle mastelle di  legno, ai tabarri, al pentolame.

 Le giostre erano ammassate tutte nella Piazza del Municipio, attiravano giovani e meno giovani fino alle 23 in un confuso mix musicale:ognuna sparava a tutto volume le sue canzoni. La prima a chiudere era quella dei bambini con i cavallini, le ochette, le macchinine, l’ultima a spegnere le luci era l’autoscontro dove si battagliavano e si scontravano giovani in gare di destrezza nella guida, nella velocità  incuranti delle ammaccature inevitabili a gambe e ginocchia.
Non mancava mai lo zucchero filato che mani veloci sapevano avvolgere attorno ad un bastoncino che alla fine risultava un soffice e quasi magico dolcissimo batuffolo

Testimonianza “…Uno arrivava nudo alla fiera e tornava a casa vestito…”

Stellata 18 novembre 2008

Buon giorno Carissimo signor  B.

Molto commossa la ringrazio veramente nell’avermi regalato, il lunedì della fiera,  un pezzo di “pinza patona”.
Mi è molto piaciuta. Mi ha fatto ricordare i bei momenti della mia infanzia e della mia gioventù.
Deve sapere, mio caro B., che allora mio padre, essendo un benestante, non si perdeva mai la fiera di Castelmassa. Mio papà ed io, con la sua Moto Guzzi, si partiva da Stellata e si trascorreva un’intera  giornata in fiera. Ora con le lacrime agli occhi le  racconto come an
dava…

Si partiva verso le dieci di mattina. Arrivati a Castelmassa si girava tra i banchi, si osservava, si comprava quello che occorreva per la famiglia: le scarpe, i vestiti, di tutto un po’…Insomma uno poteva arrivare nudo e tornava a casa vestito e con altre cose utili per la famiglia. Mio padre mi diceva sempre: “ Bambina compra quello che ti piace!”Il mio papà era dolce e buono.Ricordo che una volta mi sono comprata delle scarpe di pelle marron e tante, tante castagne…
cotechino polenta 
A mezzogiorno si andava  a mangiare in una trattoria polenta e cotechino…E poi quanti giri in giostra, soprattutto sull’autoscontro, scendevo solo quando ero proprio stanca.
Una volta tornati a casa, mi sembrava di essere stata in un posto lontanissimo ed abitavo solo a Stellata…
Mio caro signor B.,  sono passati ben cinquantacinque anni da allora, eppure i ricordi si stampano nella mente quasi un marchio che non scompare.Si frequentavano anche altre fiere: Verona, Padova anche là c’erano le giostre, ma solo a  Castelmassa, chissà perché, gustavo la “pinza”.. …La ringrazio B. di tutto cuore per essersi ricordato di me e per  avermi regalato quella “pinza” che mi ha ricordato momenti di felicità…

Un caro abbraccio …A.G

FIERA ATTUALE…