«

»

apr 17

FAVOLANDO

Lelacicalaelaformica favole di Esopo e di Fedro le abbiamo studiate a scuola.
Ci erano familiari la formica previdente e la cicala irresponsabile, la volpe astuta, il lupo cattivo.

Saggezza e incoscienza  

Gli animali con il loro comportamento  rappresentavano vizi e virtù degli uomini, insegnavano una morale che con il tempo si è scolorita. Magari ci capita di dire che quel tale sembra “il grillo parlante” che quell’altro ci fa venire in mente”la volpe e l’uva” un altro ancora ci ricorda “la cornacchia e la pecora” o “la lepre e la tartaruga”.Null’altro.  Purtroppo il nostro si è ridotto a un favcornacchia1olare impersonale, abusato. Quelle favole che sembrano  scolorite dal tempo sono, invece attuali.

       La cornacchia prepotente con i deboli    

   

Tenacia e presunzioneLepreelaTartaruga

Rappresentano la realtà poiché superbia, prepotenza, prevaricazione, invidia,mitezza, saggezza, generosità, forza, fedeltà, ipocrisia, meschineria, tenacia si addensano nell’intimo dell’animo umano.
La favola, a differenza della fiaba, è concreta, sincera, vera.

La fiaba è fantasia con le fate, i principi azzurri, i castelli incantati e tutto il resto. Gli animali di quelle favole restano modelli positivi o negativi e tutto quello zoo nella realtà che viviamo sembra essere stato buttato all’aria o peggio confinato nel mondo infantile dove  susciteranno sentimenti volatili senza coglierne appieno la lezione. Rileggendole ci si accorge che più che per piccoli o per adolescenti sono favole per adulti perché mediate dall’esperienza e dalla maturità.

Rileggerle è un piacere: un mondo così  bestiale, così umano.

In seguito gli animali nelle varie epoche hanno  dato vita a“bestiari”scritti, scolpiti, dipinti, hanno ispirato poeti che alla  morale hanno sostituito il ragionamento, l’osservazione, la riflessione come in questa poesia:

 

Se è vera la notizia rondone
che il rondone dorme in volo,
 non resta alcun dubbio
sul valore equipollente di volare e sognare
difficile da intendere
per chi è costretto al suolo.

 

Franco Marcoaldi