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dic 23

Diario : “ La mia Guerra – Anni 1915 – 1918” di Oreste Sinodo Barotti di San Pietro Polesine.

L’ho letto con commozione. Un resoconto preciso, reale che uno non si aspetta. A scuola ci hanno narrato il conflitto con tanti omissis, puntando più sull’eroismo e non sui massacri di migliaia di giovani.

Dopo una una premessa, il Diario,  è diviso in nove periodi corrispondenti ai vari fronti di guerra.  La guerra vera, infatti,  nella sua cruda realtà, ci viene consegnata non dai libri di testo con pagine  zeppe di alleanze e intese, sequenze di date,  battaglie perse e vinte, ma prive dell’umanità dolente di chi, solo, l’ha vissuta e fissata nei diari.

Ufficiali e soldati scrissero pensieri, riflessioni, critiche, slanci patriottici che riflettevano l’andamento della guerra come pensieri per rielaborare le sofferenze di quegli anni e che oggi, riemersi, costituiscono importanti frammenti di  memoria vera,  non retorica per comprendere meglio il grande racconto di un evento epocale che ha cambiato per sempre la fisionomia fisica e sociale non solo dell’Italia,  ma dell’Europa.

Il Diario

Oreste Sinodo  Barotti: persona sensibile, ligia al dovere, motivato da un gran sentimento patriottico. Scrive delle battaglie, dell’umanità dei soldati,della crudezza del conflitto con  le sue  sofferenze, del cinismo del generale Cadorna, degli ambienti montani vissuti in condizioni climatiche estreme.

In questa narrazione troviamo: patriottismo e patimenti; senso del dovere e generosità.  Vita e morte. Dolore e forza  di resistere.  Disumanità e pietà. Orgoglio e italianità.

LA MIA GUERRA
Anni 1915 – 1918 

Diario di guerra

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“La mia salute è ottima. ..Il cervello confuso da mille presentimenti,il primo fu quello di scrivere, se mi era possibile , il mio diario di guerra… Con questo pensiero partivo,pronto per incominciare la mia vita di guerra,fidente, prima di ogni cosa ,nella Provvidenza Divina e poi nella prospettiva della mia vita.”
Oreste Sinode Barotti arruolato nell’Artiglieria da Montagna, era a capo di un drappello di soldati il cui compito era trasportare nei vari luoghi delle battaglie piccoli cannoni, artiglierie,viveri percorrendo mulattiere spesso in condizioni climatiche estreme con i muli che si rovesciavano incapaci di proseguire tra cumuli di neve.
Ha combattuto le due disastrose battaglie del Monte Ortigara (1959 m. ) dove si consumò la strage degli Alpini.

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Fu mandato anche all’assalto con maschera antigas.

 “ …strisciando il corpo a terra come una biscia…continuando a strisciare sulle piettre…il campo ridotto ad una pozza di sangue…correvo da una parte all’altra…Chi aveva una gamba spezzata, chi ferite alla testa, ai bracci al corpo, più qualche morto raggomitolato lungo ilsolco della trincea…chi gridava aiuto, chi chiamava i genitori, chi invocava i suoi figli…Udivo a cento, a cento i lamenti di quei poveri giovani…”.

Sconfitta di Caporetto 24 ottobre 1917

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Con la sconfitta di Caporetto il morale di ufficiali e soldati  è a pezzi. Si risollevano quando al Comando Supremo dell’Esercito , il generale Cadorna viene sostituito dal generale Armando Diaz.
La guerra comincia a volgere a favore degli italiani.
Il 27 ottobre 1918 con gli Alpini e truppe francesi i militari italiani passano il fiume Piave.
In pochi giorni arrivano a Vittorio Veneto.

“ Alle ore 16 del 4 novembre 1918 una comunicazione annunziava che la bandiera di Casa Savoia sventolava sul castello del Buon Consiglio di Trento e sulla Torre di San Giusto a Trieste…mi sembrava un sogno…mi sembrava impossibile…”.

Oreste Sinode Barotti ha ricevuto onorificenze , ben otto, tra decorazioni e premi.

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Decorazioni e Premi

Con la Grande Guerra si chiude  il “ secolo lungo” l’Ottocento che era iniziato con la Rivoluzione Francese nel 1789. Si chiude anche il periodo Risorgimentale Italiano iniziato a metà Ottocento dopo secoli di sudditanza straniera. E’ stata una guerra di eroi non solo per chi combatteva, ma per tutte quelle donne e quegli uomini che nell’agricoltura, nel commercio, nelle fabbriche sopperirono con abnegazione, privazioni, fatiche alla mancanza di uomini validi al lavoro.
Per anni celebrata, la Grande Guerra, fu poi offuscata, quando fu un’affermazione tutta italiana, per questo “ per non dimenticare”, a tutti coloro che vi hanno partecipato: ai caduti, ai mutilati, agli invalidi, vada il nostro perenne ricordo.

La pubblicazione “ La grande Guerra – testimonianze dal fronte e dai nostri paesi” a cura dell’Associazione Culturale “Padusia” è reperibile presso il Presidente Giuseppe Zenesini a Castelnovo Bariano  - Rovigo