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mar 03

CARLOTTA GUARESCHI “la pasionaria”

Nell’ospedale di Fidenza domenica 25 ottobre 2015 si è spenta Carlotta figlia dell’umorista e scrittore Giovannino. Era nata il 13 novembre 1943, quando il padre, Giovanni era già nei Lager nazisti, internato militare per essersi rifiutato di aderire  alla repubblica di Salò.carlotta_1

La conobbi assieme al fratello Alberto il 9 ottobre 2009,quando Silvia Raisi ed io ci recammo a Roncole Verdi per prendere i pannelli per allestire la mostra “Don Camillo nel mondo”  in occasione della Fiera di San Martino.

Alberto e Carlotta tramite varie iniziative (museo, archivio,l’Associazione il Club dei Ventitre, un periodico quadrimestrale, seminari, studi) hanno tenuta viva la memoria del padre: grande scrittore, umorista giornalista, vignettista conosciuto in tutto il mondo grazie anche ai felicissimi film i cui protagonisti, Peppone e Don Camillo, ancora fanno ridere e sorridere.

Ricordo dei due fratelli la squisita gentilezza e semplicità che non t’aspetti in persone famose unita alla consapevolezza di aver avuto un “buon e grande babbo” e di Carlotta “ la pasionaria”, in particolare,  il sorriso aperto, cordiale.

Conoscerli fu per me un onore e un privilegio. Con Alberto,saltuariamente, mantengo alcuni rapporti tramite e – mail.

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Giovannino scrisse nel Lager di Beniaminowo nel 1944, pensando a quella bimba nata nella Bassa, lui lontanissimo, fra i reticolati, che immaginava così…

 

«Io penso al giorno in cui uscirò da casa mia conducendo un Albertino quasi nuovo per la mano e recando in braccio una nuovissima signorina.

Ci penso spesso, ma è un giorno distante milleduecento chilometri di mondo in guerra e mi par quasi impossibile arrivarci. E allora mi chiedo: ti vedrò signorina Carlotta? E se non potessi? Non importa, signorina Carlotta. Non importa perché – nonostante il mio vecchio professore di fisica abbia tentato di confondermi le idee – io conosco perfettamente la faccenda delle parole.

 Le parole nascono ma non muoiono. Non muore niente, a questo mondo.

Le parole nascono, e poi essendo più leggere dell’aria, salgono in su e arrivano fino al punto in cui il cielo finisce e comincia l’eternità. E lì ristanno. Come se si liberassero in una stanza cento palloncini: arrivati al soffitto si fermerebbero. Così le parole nel cielo. (…)

Verba volant. Le parole volano, non si volatizzano.

Questo è importante, signorina Carlotta: perché, se il buon Dio mi metterà le alucce sulle spalle prima che io ti veda, andrò a sedermi sulla stella che sta proprio sopra la tua casa e, mano a mano che saliranno al cielo le tue paroline corte corte come semibiscrome, io le coglierò al volo e le rinchiuderò tutte dentro un sacchetto di seta.

E, ogni tanto, ne trarrò fuori un pizzico e le scuoterò come un mazzetto di campanellini e

mi divertirò a sentirle tintinnare.»

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Tratto  da un articolo scritto da Giovanni Lugaresi in ricordo di Carlotta sulQuadrimestrale n. 76 Dic. 2015 diretto da Alberto Guareschiquando Giovannino nelle baracche del lagher scriveva di Carlottina per tener alto il morale dei commilitoni…”