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set 22

ATTRAVERSARE IL PO

Anticamente il Po, come tuttPO_01i i grandi fiumi, era venerato e temuto: la sua lunghezza, le sue rive deboli,   il suo impeto e la sua violenza, furono tali da ostacolare l’insediamento ed il transito. Fin dalla preistoria ha rappresentatola più importante via di comunicazione e di penetrazione in tutta la Pianura Padana.

Plinio i Vecchio affermava che quando il Po e l’Adige erano in piena le loro acque si congiungevano creando come un immenso mare.

La posizione geografica, lo rese importante per la molteplicità di attività e storie umane. Il suo scorrere era una sorta di lungo e difficile viaggio che coinvolgeva tutti coloro che ne ebbero contatto tanto che, insieme ad altri fiumi dell’antichità, ebbe un appellativo divino: Eridano (fiume mitologico in diretta connessione con gli inferi, legato al mito di Fetonte).

Giovannino Guareschi  lo definì l’unico fiume  degno di essere considerato “Grande Fiume”.

Le difficoltà del transito del fiume, in un’epoca che ancora non conosceva i moderni ponti di cemPO_02ento, consolidavano una percezione della distanza fisica e spirituale fra le due sponde.
I transiti davano allora origine di volta in volta a sentimenti e sensazioni che caratterizzavano un momento delicato e rilevante: apprensione psicologica, stanchezza fisica, diminuzione dei ritmi di movimento, soddisfazione nel passare un ostacolo, senso dello scampato pericolo.
Storico elemento di confine, il grande fiume rappresenta ancor oggi psicologicamente e fisicamente una frattura nel territorio della pianura, delinea chiaramente un “al di là” e un “al di qua”, rinforza sensi di identità territoriale e, in parallelo, rivalità fra le opposte sponde.
Basti pensare alla rivalità che a tutt’oggi, seppur in forme attenuate, si ha tra i sermidesi  (Sermide paese sulla riva opposta)   e castelmassesi.

NAVIGARE SUL FIUME

 

Come si attraversava il fiume nei tempi antichi?

PO_03Zattere (famosa la zattera di Ulisse). In seguito semplici servizi di barche che attraversavano  paludi modellate dalla natura.

 

Le barche costituirono da sempre il mezzo di trasporto più usato, non solo nelle aree palustri, ma come mezzo per spostarsi quotidianamente per 6 mesi all’anno da aprile ad ottobre.

Nella stagione autunnale ed invernale le strade erano impraticabili.

Come si procedeva? Di norma le barche procedevano spedite secondo corrente aiutate dai remi che si  affondavano anche sul fondo per migliorare la manovrabilità e allontanarsi dalle secche sabbiosePO_04.

Controcorrente si alzavano le vele, oppure alcuni marinai scendevano su una sponda alzaia  (helciarius à che tira la barca) a trainare da terra le imbarcazioni mediante la forza umana o animale.

Alzaia – Nel XII secolo, siamo nel Medioevo, si costruirono molti canali navigabili con lo scopo di poter utilizzare barche con una maggiore capacità di carico. Iltraghetto o la barca erano trascinati da terra lungo la strada sull’argine da buoi, cavalli o uomini.
Il cavallo che tirava la barca doveva poter camminare di fianco al canale o al fiume  pertanto era molto importante la manutenzione della strada alzaia che lo fiancheggiava.

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Ponte Volante –  una chiatta compiva un ampio arco al centro del fiume legata ad una serie di piccole imbarcazioni mosse dalla forza della corrente, si usava per i trasporto delle  truppe.

Traghetto – due imbarcazioni congiunte con un pianale soprastante per caricare persone, carri, animali

Queste tecniche sono state immutate per secoli. PO_07

A metà ‘800 con l’introduzione della forza motrice a vapore (battelli con grandi ruote laterali, con un lungo comignolo per disperdere i fumi) e poi con il motore a scoppio si attua una rivoluzione nella navigazione fluviale.

Gli austriaci tentarono di attuare una navigazione fluviale, ma i tempi di percorrenza erano lunghi ed infruttuosi economicamente.

Erano più interessati alla rete ferroviaria e alla navigazione sui laghi.
Tra il 1840 e il 1846 nel tratto Como-Milano-Verona e Venezia furono costruite le ferrovie “Ferdinandee” del Lombardo-Veneto  che decretarono la morte della navigazione  sul Po per la lentezza nel compiere tragitti e per  i  pochi passeggeri. Dopo la liberazione dall’Austria per il progredire dell’agricoltura  occorreva incrementare il commercio fra i porti adriatici e la Valle del Po.

1901 – 1915 -  Finalmente inizia una  regolare navigazione.                                       
Dopo la liberazione del Veneto,Venezia e le altre province venete si trovarono impoverite rispetto ad altre regioni italiane soprattutto la Lombardia che prosperava per lo sviluppo dei suoi traffici e la Liguria il cui porto di Genova era esuberante di ogni specie di risorse.

1895 – Su iniziativa di privati si costituisce a Venezia un Comitato che si trasforma successivamente in Associazione per un Servizio di Navigazione Fluviale a Vapore tra Venezia e Milano non essendoci leggi adeguate per risollevare l’economia.  I soci  si obbligavano a concorrere con £.5000 per sperimentare la bontà dell’idea.

Gli ostacoli erano molti: alvei di canali  poco profondi, canali contro corrente o in acque calme, alzaie semi abbandonate: impossibile trainare un natante di grandi dimensioni.

1899 – La Societàfa costruire a proprie spese un rimorchiatore.
1900 Viene ufficialmente fondata la Società di Navigazione. Inizia la navigazione:  un piroscafo, con una cilindrata a 4 cavalli a motore, traina barche cariche di merci.PO_08

Inizia la linea navigabile Venezia – Mantova – Cremona – Pavia  – Milano: km.357
Per giungere a Pavia si imboccavano le foci dell’Adda, del Trebbia, del Lambro, dell’Olona.I  piroscafi facevano scalo anche a Massa Superiore (Venezia -  Massa km. 144).

1901 – 1905 à 353.515 tonnellate di merci trasportate. Nonostante questo incremento negli anni a seguire non mancarono difficoltà: scioperi nei porti e negli stabilimenti lungo il Po, magre eccezionali in alcuni punti del fiume, sintomi di colera in vari paesi,  grandi piene, poco carbone a causa degli scioperi dei minatori inglesi, nel 1913 Guerra con la Turchia che produsse una diminuzione del lavoro in molti stabilimenti industriali con conseguente diminuzione dei trasporti.
Nell’arco di quattro anni si costruiscono sei piroscafi che trainano barche cariche di merci :Tot. 353.515 ton.

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Piroscafo “Alessandro Moschini” per il trasporto passeggeri

I battelli procedevano in convoglio, in genere di 5 0 6 natanti, con disposizioni particolari. La ferrovia, molto più rapida della navigazione fluviale, anche per la sua capillarità sul territorio, garantiva una continuità  di servizio, che sui fiumi era tutt’altro che assicurata, mettendo in crisi il trasporto fluviale che, sul finire dell’Ottocento e nel Novecento, si limitò quasi esclusivamente al trasferimento di merci sfuse: granaglie, legname, sabbia, pietre e marmi da costruzione…
Dal Po la navigazione si irradiava lungo gli affluenti fino ai grandi laghi alpini con la conche di navigazione  ideate da Leonardo da Vinci.( Opera idraulica attraverso la quale i natanti possono superare dislivelli esistenti lungo una via d’acqua).Seguono alcuni anni difficili: scioperi nei porti e negli stabilimenti lungo il Po, periodi di magra del fiume, scarsità di carbone causata dagli scioperi dei minatori inglesi e nel 1913 guerra con la Turchia.

Luglio 1914 – Scoppia la Iª Guerra mondiale. I traffici nel porto nel porto di Venezia si arrestano. Si PO_10limitano i trasporti, ma a fine conflitto la navigazione riprende.

Il piroscafo “Milano” resiste al tempo e percorre il grande fiume fino agli anni 30 del ‘900 suscitando sempre stupore con gli sbuffi del suo camino, con il regolare sciacquio delle ruote, con l’immancabile sirena che annunciava il suo arrivo ai pontieri che spostavano le chiatte dei ponti per consentirne il passaggio tra  l’ammirazione dei presenti che sognavano di poter salire almeno una volta su quel battello simbolo di modernità per un viaggio tra le calme rive del fiume e scoprire nuovi e lontani luoghi.

Piroscafo “Milano”

Piroscafo “Milano”

Negli anni 30 del ‘900 cominciano a circolare le bettoline.

Negli anni 30 del ‘900 cominciano a circolare le bettoline.

A Massa Superiore fu costruito un attracco come punto d’approdo per bettoline cariche di mais che servivano alla FRAGD: la gruPO_13

La gru: riferimento non solo industriale,ma punto d’incontro per gruppi di amici ed innamoraPO_14ti. La  sera non era inusuale per la scarsità dell’illuminazione incontrare nei punti più oscuri coppiette per qualche furtiva , estiva effusione.
I tempi mutati hanno cambiato la navigazione: i natanti corrono veloci, ma sono sempre meno numerosi: il traffico su gomma ha avuto il sopravvento. D’estate passano motonavi che trasportano turisti per itinerari fluviali che consPO_15ervano ancora un loro fascino: acque calme, rive di un verde riposante, spiaggette vecchie o di nuova formazione, isolotti rigogliosi di vegetazione spontanea e verso il tramonto ammirare uccelli ed aironi che nel silenzio avvolgente del fiume planano sulle rive per abbeverarsi prima di rientrare nei nascosti nidi.

Riduzione della Iª parte della lezione tenuta all’Università del Tempo Libero di Castelmassa il 12 maggio 2015  “Navigazione sul Po nel Nuovo Regno. Vita su un mulino del Po”